Tumori testa-collo
Xagena Mappa
Xagena Newsletter
OncologiaMedica.net

L’impianto di uno stimolatore del nucleo subtalamico nei pazienti con malattia di Parkinson è sicuro


Sebbene la stimolazione del nucleo subtalamico nei pazienti con malattia di Parkinson refrattari al trattamento sia una tecnica che si sta diffondendo, solo pochi centri hanno una casistica superiore ai 50 pazienti.

Ricercatori della Columbia College of Physicians and Surgeons di New York hanno presentato un’analisi della propria esperienza riguardo alla stimolazione del nucleo subtalamico.

Da marzo 1999 a settembre 2003, in 100 pazienti con malattia di Parkinson sono stati impiantati 191 dispositivi di stimolazione subtalamica, di cui 19 monolaterali, presso il New York Presbyterian Hospital/Columbia University Medical Center.

Sedici pazienti erano stati sottoposti precedentemente a chirurgia per malattia di Parkinson ( pallidotomia, talamotomia, oppure impianto fetale ).

La riduzione della discinesia e della durata/gravità della fase off è risultata simile a quella precedentemente pubblicata in altri studi.

La morbidità ha compreso: 7 infezioni da dispositivo ( 3.7% ), 1 infarto cerebrale, 1 ematoma intracerebrale, 1 ematoma subdurale, 1 embolia gassosa, 2 ematomi nella sede della ferita richiedenti drenaggio ( 1% ), 2 erosioni cutanee al di sopra del dispositivo impiantato ( 1% ), 3 crisi convulsive periprocedurali ( 1.6% ), 6 revisioni dell’elettrodo impiantato nel cervello ( 3.1% ), confusione post-operatoria in 13 pazienti ( 6.8% ) e 16 guasti della batteria ( 8.4% ).

Tra i 100 pazienti non c’è stata alcuna morte durante intervento chirurgico o nuovo deficit neurologico permanente.

La permanenza ospedaliera media per tutti e 100 i pazienti è stata di 3.1 giorni.

I dati della Columbia University hanno mostrato che l’impianto di uno stimolatore del nucleo subtalamico in un’ampia serie di pazienti consecutivi con malattia di Parkinson è sicuro e predice miglioramenti clinici. ( Xagena2005 )

Goodman RR et al, J Neurol Neurosurg Psychiatry 2005; 76: 1640-1644


Neuro2005


Indietro