Malattia di Parkinson
Aggiornamento in Medicina
Si è valutato se la stimolazione transcranica magnetica ripetitiva multifocale ad alta frequenza ( rTMS ) della corteccia motoria e prefrontale sia in grado di migliorare i sintomi motori e di umore nei pazienti con malattia di Parkinson.
I pazienti con malattia di Parkinson e depressione sono stati arruolati in uno studio multicentrico, in doppio cieco, controllato con simulazione di trattamento di rTMS.
I pazienti sono stati randomizzati a uno di quattro gruppi: M1 bilaterale ( + intervento simulato corteccia prefrontale dorsolaterale [ DLPFC ] ), DLPFC ( + intervento simulato M1 ), M1 + DLPFC, o doppio intervento simulato.
Il ciclo di stimolazione magnetica transcranica consisteva di 10 sedute giornaliere di 2.000 stimoli per DLPFC sinistra e 1.000 stimoli per ciascun M1 ( 50 x cicli di 4 secondi di 40 stimoli a 10 Hz ).
I pazienti sono stati valutati al basale, a 1 settimana, e 1, 3 e 6 mesi dopo il trattamento.
Gli endpoint primari erano i cambiamenti nella funzione motoria valutati mediante la scala UPDRS ( Unified Parkinson Disease Rating Scale ) III e i cambiamenti di umore valutati con la scala HDRS ( Hamilton Depression Rating Scale ) a 1 mese.
Sono stati randomizzati 61 pazienti e 50 hanno completato tutte le visite di studio.
M1 rTMS reale ha evidenziato un maggiore miglioramento della funzione motoria rispetto al trattamento simulato all'endpoint primario ( P minore di 0.05 ).
Non c'è stato miglioramento dell'umore nel gruppo DLPFC rispetto al gruppo a doppia simulazione, così come non c’è stato alcun beneficio nel combinare la stimolazione M1 e DLPFC per sintomi sia motori sia dell'umore.
In conclusione, nei pazienti con malattia di Parkinson con depressione, M1 rTMS è un trattamento efficace dei sintomi motori, mentre il beneficio sull’umore dopo 2 settimane di DLPFC rTMS non è risultato migliore di quello del trattamento simulato.
Considerare come target M1 e DLPFC in ogni sessione di rTMS non ha mostrato alcuna evidenza di effetti sinergici. ( Xagena2016 )
Brys M et al, Neurology 2016; 87: 1907-1915
Neuro2016