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Infusione duodenale di lungo periodo della Levodopa nella malattia di Parkinson: funzione motoria e cognitiva a 3 anni


L'infusione duodenale della formulazione gel di Levodopa / Carbidopa ( Duodopa ) è un'opzione di trattamento efficace per la malattia del Parkinson in fase avanzata.
L’esperienza clinica a lungo termine fino a 16 anni suggerisce che la sicurezza di questa procedura è accettabile, mentre diversi studi osservazionali hanno mostrato che Duodopa riduce le fluttuazioni motorie e la discinesia, migliorando la qualità di vita ( QoL ) dei pazienti.

Uno studio ha valutato gli esiti motori e cognitivi a lungo termine del trattamento con Duodopa nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata, e il suo impatto sulla qualità di vita.

Venticinque pazienti consecutivi con malattia di Parkinson sono stati valutati utilizzando la scala UPDRS ( Unified PD Rating Scale ), una batteria di test neuropsicologici, e il questionario PDQ-39 ( PD Questionnaire ) al basale e dopo un periodo medio di 3 anni di trattamento con Duodopa.

Un totale di 17 pazienti su 25 ha raggiunto la valutazione di follow-up; 5 pazienti hanno interrotto Duodopa e 3 pazienti sono morti per cause non-correlate alla infusione del medicinale.

Duodopa ha migliorato le complicanze motorie ( UPDRS-IV ) e la qualità di vita ( PDQ-39 ).

Un sottogruppo di soggetti ( 41% ) ha sviluppato un significativo deterioramento delle funzioni cognitive nel tempo.

Gli eventi avversi più comuni sono stati: dislocazione e l'attorcigliamento della sonda intestinale.

In conclusione, la terapia con Duodopa è efficace nel trattamento a lungo termine dei pazienti con malattia di Parkinson avanzata.
L’infusione continua per via intestinale di Levodopa raggiunge una riduzione delle fluttuazioni motorie e della discinesia, e migliora la qualità di vita dei pazienti, nonostante la progressione dei sintomi motori della malattia di Parkinson e un significativo declino delle funzioni cognitive in un sottogruppo di pazienti. ( Xagena2013 )

Zibetti M et al, J Neurol 2013; 260: 105-114

Neuro2013 Farma2013


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