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Stimolazione cerebrale profonda più terapia medica ottimale versus sola terapia medica ottimale per la malattia di Parkinson in fase avanzata


L’intervento chirurgico per la malattia di Parkinson in fase avanzata rappresenta un’opzione di trattamento nel caso in cui la terapia medica non sia in grado di controllare i sintomi in modo adeguato.

Lo studio randomizzato e in aperto PD SURG aveva come scopo quello di valutare se la chirurgia e la terapia medica ottimale fossero in grado di migliorare la qualità di vita riferita dal paziente più della sola terapia medica ottimale in pazienti con malattia di Parkinson in fase avanzata.

Nel periodo 2000-2006, in 13 Centri di neurochirurgia nel Regno Unito, pazienti con malattia di Parkinson non-adeguatamente controllata con la terapia medica sono stati assegnati in maniera casuale a intervento chirurgico immediato ( lesione o stimolazione cerebrale profonda a discrezione del medico ) e terapia medica ottimale o alla sola terapia medica ottimale.

I pazienti sono stati analizzati nel gruppo di trattamento al quale sono stati assegnati, indipendentemente dal fatto che abbiano ricevuto o meno il trattamento.

L’end point primario era la qualità della vita riferita dal paziente al questionario PDQ-39 ( questionario sulla malattia di Parkinson a 39 voci ).

In totale, 366 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere trattamento chirurgico immediato e terapia medica ottimale ( n=183 ) o terapia medica ottimale da sola ( n=183 ).

Tutti i pazienti trattati chirurgicamente sono stati sottoposti a stimolazione cerebrale profonda.

A 1 anno, il miglioramento medio nel punteggio PDQ-39 rispetto al basale è stato di 5.0 punti nel gruppo chirurgia e di 0.3 punti in quello terapia medica ( differenza -4.7; p=0.001 ); la differenza nel cambiamento medio nel punteggio PDQ-39 nel dominio relativo alla mobilità tra gruppo chirurgia e gruppo terapia medica ottimale è stata -8.9 ( p=0.0004 ), nel dominio relativo alle attività di vita quotidiana è stata -12.4 ( p inferiore a 0.0001 ) e in quello relativo al disagio fisico è stata -7.5 ( p=0.004 ).

Le differenze tra i gruppi in tutti gli altri domini PDQ-39 non sono risultate significative.

In totale, 36 ( 19% ) pazienti sono andati incontro ad eventi avversi chirurgici gravi; non si sono verificati suicidi, ma è stato osservato un decesso relativo alla procedura.

Inoltre, 20 pazienti nel gruppo chirurgia e 13 in quello terapia medica ottimale hanno mostrato eventi avversi gravi legati alla malattia di Parkinson e al trattamento farmacologico.

In conclusione, a 1 anno, l’intervento chirurgico e la terapia medica ottimale hanno migliorato la qualità di vita riferita dal paziente in misura maggiore rispetto alla sola terapia medica ottimale in persone con malattia di Parkinson in fase avanzata.
Queste differenze sono significative dal punto di vita clinico, ma la chirurgia non è priva di rischi ed è necessario individuare attentamente i pazienti con maggiori probabilità di trarre beneficio da tale trattamento. ( Xagena2010 )

Williams A et al, Lancet Neurol 2010; 9: 581-591


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