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Stimolazione del nucleo subtalamico produce modesti miglioramenti nella malattia di Parkinson avanzata


Ricercatori del Columbia–Presbyterian Medical Center a New York hanno valutato l’effetto della stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico nei pazienti in fase avanzata della malattia di Parkinson.

Lo studio è stato eseguito su 30 pazienti con malattia di Parkinson, di cui 19 maschi, di età media 58,8 anni, e di durata media della malattia di 12,8 anni.
La malattia era complicata da fluttuazioni motorie intrattabili wearing off ( effetto di fine dose ) e discinesia dopaminergica.

La stimolazione del nucleo subtalamico è risultata associata ad una riduzione del 29,5% nei punteggi della componente motoria ad 1 anno ( p < 0,0001 ).

I soli importanti predittori di miglioramento dei punteggi alla scala UPDRS ( Unified Parkinson’s Disease Rating Scale ) parte motoria erano rappresentati dalla risposta basale ai farmaci dopaminergici ( p = 0,015 ) e dalla presenza di tremore ( p = 0,027 ).

Nel primo anno dopo l’intervento chirurgico è stato osservato un aumento di peso, in media, da 75,8 kg a 78,5 kg ( p = 0,028 ).

La durata degli episodi giornalieri wearing off si è ridotta del 69%.

La gravità della discinesia si è ridotta del 60%, mentre la richiesta di farmaco, in equivalenti di Levodopa, ha subito una flessione del 30%.

I benefici della stimolazione cerebrale profonda riguarderebbero solo la riduzione della durata del fenomeno wearing-off e la gravità della discinesia. ( Xagena2004 )

Ford B et al, J Neurol Neurosurg Psychiatry 2004; 75: 1255-1259

Neuro2004


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